Ciceria e tria: ricetta salentina

Ciceria e tria o massa salentina

La tavola salentina vanta una ricca scelta di prodotti tipici, ma ancor più di ricette che rendono il territorio Salentino uno dei luoghi più affascinanti al mondo per la sua storia e per la sua tradizione gastronomica. Tipica ricetta da consumare nel giorno di San Giuseppe è “Ciceria e Tria”.

Un piatto che ha origini antichissime, secondo alcuni scritti questa ricetta esisteva già al tempo di Orazio, il famoso poeta latino, che ne parla attorno all’anno 35 a.C. o ancora pare ci leghi agli arabi e alle celebrazioni che essi utilizzavano per l’equinozio di Primavera e segnare una “fine” e un “inizio” legato soprattutto al raccolto. L’uso di questa ricetta è inoltre legato ad una tradizione popolare antichissima in base alla quale durante le celebrazioni per la festa di San Giuseppe, venivano allestiti dei lunghi tavoli e si preparavano grandi quantità di questa pietanza da offrire ai poveri del paese.

Ancora oggi nel giorno di San Giuseppe è tipico consumare questa ricetta ed in tutto il territorio salentino assume diversi nomi a seconda del paese dove la si prova, i ceci, infatti, possono essere definiti come “ciciri“, “ciciari o “ciceri , mentre la “tria” è una tipica pasta fatta in casa, strisce di pasta lunghe e larghe circa 2 cm; se vogliamo dare una denominazione più moderna, potremmo dire che si tratta di una sorta di tagliatella, che viene in parte lessata ed in parte fritta, unita ai ceci che invece vengono quasi stufati.

Preparazione.

I ceci secchi vengono messi in ammollo per molte ore, dopodiché verranno cotti insieme ad aglio,cipolla o meglio ancora cipollotto, olio extra vergine di oliva e peperoncino, si possono aggiungere secondo vostro gusto anche carote,sedano. La cottura deve avvenire a fuoco lento, aggiungere sale qb e acqua e/o brodo vegetale per renderli morbidi fino a cottura ultimata. Un tempo venivano posti nelle “pignate” caratteristiche pentole in terracotta, e la cottura avveniva vicino al fuoco, la cucina di un tempo era questa, il focolare di casa.

La pasta fatta in casa secondo tradizione classica, prevede la preparazione di un impasto molto consiste un miscuglio di farine di grano duro, farina OO, farina di orzo e acqua. Si stende la pasta sottile come una sfoglia e si tagliano lunghe listarelle di pasta, abbastanza larghe circa un paio di centimetri.

Gli scarti della sfoglia non vengono buttati, ma vengono fritti in olio extra vergine ottenendo i cosiddetti “frizzuli” che verranno messi nella ricetta per contrapporsi alla consistenza morbida della pasta lessa.

Cuocere la pasta in abbondante acqua salata,  una volta pronta si unisce ai ceci, si mescola e si aggiunge alla ricetta i frizzuli (pasta fritta) che renderanno questa ricetta unica nel suo genere. Potete esaltarne sapore con un pizzico di pepe e/o peperoncino.

La ricetta dal punto di vista nutrizionale trattasi di un connubio perfetto tra cereali e proteine di origine vegetale, un piatto che apporta un carico calorico mediamente alto, caratterizzato anche dalla presenza di  molto buono di vitamine,minerali,fibra alimentare soprattutto presente nei ceci.

Questo piatto è tra i più amati che ci legano sicuramente ai nostri nonni e alle tradizioni della nostra terra. Ricordo che da piccola ero incuriosita dalla preparazione di questa ricetta, entusiasta della lavorazione della pasta fatta in casa insieme a mia mamma, io intenta a sistemare le listarelle di pasta sul tavolo e poi ancora i racconti delle mie due nonne. L’attesa della festa di San Giuseppe legata anche alla Festa del Papà era un rito che legava la convivialità della tavola e della festa, tradizioni che tutt’ora rimango vive  sulle nostre tavole.

Lascia un commento